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IL BUIO ALLA FINE DEL TUNNEL

 

di F.B.

 

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Potete entrare adesso...ma per favore non fatevi domande. Non sapete abbastanza per sapere cosa chiedervi, e io non ho intenzione di aiutarvi.


 

Le signore restano fuori, un po’ in disparte, pensando “sono figa. Sono figa? Sono figa!” mentre l’auto nera brucia in un globo di fiamme arancioni. E c’è anche chi resta serio mentre altri, più superficiali o più ubriachi, ridono di gola come tacchini del tutto ignari ch siamo già in dicembre. Non che sia inverno, sia chiaro, la luce non è quella giusta. Il suono non è quello giusto.


 

La tentazione di guardare in alto è forte. Ma sopra di me la spirale delle scale risucchia. E’ troppo instabile. E sotto? Cosa può, anzi, cosa vuole dirmi ora questo greis porcellanato...va bene, accetto che il basso stia lì, eh beh, me lo dice il mio peso…Claro. Però esso pensa anche, in quel suo modo minerale, di essere il limite. Sapete benissimo perché sto sorridendo: non è nozione comune che parecchie delle pieghe e delle strinature che restano quando cerchiamo di stendere parole su qualcosa che vagamente definiamo realtà possano essere...stirate? ...inamidate? ...sistemate con un’aggiustatina, con un passaggio al limite? O con – prendo fiato un attimo – I Linguaggi di Ordine Superiore al Primo? Già.

 

Quindi, deduco, le antinomie sia spianano con linguaggi di quart’ordine.

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Ti vedo, li dietro, saccente. Oh, conosco bene voi logici, quindi risparmiati di dire con un sorriso condiscendente che i paradossi sono in effetti solo definizioni inaccurate. A parte che sei ovvio come un temporale estivo: l’incolto non vede che possiamo sapere quando un mucchio di sabbia si muterà in un non-mucchio se solo diciamo, se solo decidiamo, che un mucchio di sabbia comprende almeno n granelli di sabbia.

Così non puoi non vincere tu e te la ridi. E Aristotele con te. E Platone dietro di lui, che agita allegramente un fazzoletto colorato e grida “Sssiii!! E’ la Mucchità”.

E silenzioso, ignorato, Epimenide Cretese che fa le corna dietro la testa. Di tutti. E’ lui il vero vincitore, potete definire tutto quel che volete: ci sono proposizioni che sono contemporaneamente vere e false. E fatevene una ragione santo dio! La logica, nel migliore dei casi, dà dieci decimi di visione a posteriori…


 

Ora vedo le teste dei campesinhos ondeggiare. Fa davvero troppo caldo. E’ come se l’acqua fosse finita. Oh, bere bevo, ma questo liquido non sa di acqua...sa di H2O. Davvero pensavi che fosse la stessa cosa? Questo sì, è paradossale, comicamente assurdo. No, mi spiace, tra acqua e H2O c’è la stessa differenza che c’è tra un essere vivente e il suo cadavere. In un certo senso. In un certo senso, ovvio.

Da quando l’auto nera è esplosa, credo oggi ma non è tutto relativo? Mi fischiano le orecchie, eppure potrei giurare di non aver sentito alcun rumore. Vedo un po’ se passa, intanto fatemi dire. Per favore per cortesia per pietà. D’accordo, abbiamo moduli di comportamento codificati un po’ per tutte le evenienze, ma che dire a uno con un pezzo di lamiera di mezzo metro conficcato nello stomaco? Lo so, è improbabile trovarsi in questa situazione, o almeno, lo è se si indossa una cravatta di Ermenegildo Zegna. Ma non è questo che mi preme adesso, ho altro sullo stomaco (eh eh eh).

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Deh! O Fisica, regina delle scienze, che ci portasti dal Mondo dal Pressappoco all’Universo della Precisione. Io e te ci capiamo al volo. Tu sei uno sciame di formiche industriose che formulano Teorie, e con scandalo di mistici, poeti e sacerdoti, e a differenza di questi, non ti accontenti di formulare, no: qui si parla di prove. Si parla di esiti sperimentali. Non si gioca di sofismi ma ci si sporcano le mani con la materia oscura. I filosofi ti misurano, ti valutano, ti girano attorno cercando le crepe. Non credo sia un caso: c’è sempre un moto centripeto verso il centro del successo, e tu fondi nuclei atomici e prevedi oggetti invisibili; non solo: ci dici anche come scorgerli indirettamente grazie ad anomalie gravitazionali, o brillamenti periodici, in una parola grazie a protocolli sperimentali. Eppure…

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Le leggi della fisica valgono allo stesso modo in qualunque punto dello spazio-tempo

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What? Aspetta, aspetta un minuto, lasciami riflettere….


 

Ah! Sì, capisco il tuo ragionamento. E’ evidente che senza questo postulato nessuna cosmologia potrebbe essere messa alla prova, e il gigante Atlante avrebbe, per così dire, gli stessi diritti di E=mc2.


 

No, non mi da’ fastidio che lo affermi, altrimenti cadresti nell’indeterminato. Però, allo stesso prezzo, tanto vale dire che Dio esiste o la vita non avrebbe senso. E’ la stessa cosa. E dove sta scritto che la vita debba avere un senso? Ma dove sta scritto che la realtà cosale - per dirla à la Wittgenstein – non sfumi nell’indeterminato, se è abbastanza lontana, nello spazio o nel tempo, dal soggetto percipiente? Non ci sono prove empiriche a favore o contro.

Onesti, sapete e affermate che le teorie possono cadere da un minuto all’altro, che la luna può trasformarsi di botto in un pezzo di groviera, e di questo vi do atto. Però è interessante notare come proprio la pietra angolare del muro maestro del vostro castello sia un’affermazione metafisica. Già che ci siamo vorrei chiederti conto anche del rasoio di Occam; un altro bel macigno di metafisica nel bel mezzo del metodo sperimentale, non c’è che dire, o forse puoi provare che una spegazione che necessita di una catena causale più breve di un’altra sia sempre e comunque da preferire?

 

E che dire della probabilità poi...sapresti indicarmi un posto dove trovarla al di fuori della tua testa? Ok, crediamoci. Ma è fede, niente di più niente di meno.

Ora...ora intravvedo movimenti al rallentatore tutto intorno…forse il tempo si arrotola su sé stesso...forse sento gente che urla, sirene, tonfi sordi, clangori distanti di metallo.


 

Ho il culo bagnato, perchè sto seduto nel mio sangue. Questo corpo estraneo sporge dalla mia pancia, ogni frazione di secondo più irreale, più indistinto...Ogni frazione….di...secondo...ogni...fra...zione….irreal...indist…..

 

 

 

FINE

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